Diritto Alla Protezione dei Dati sul Web

La legislazione europea ritiene che tutti i cittadini dell’Unione Europea hanno diritto alla protezione dei dati sul web. Tuttavia, come emanato nella sentenza 95/46 in merito alla protezione dei dati personali, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ritenuto che il cittadino ha diritto alla protezione dei dati sul web, ma vi sono alcuni casi in cui tale diritto viene meno se prevale l’interesse del pubblico di accedere a quei dati sul web, che in particolare fanno riferimento a notizie di cronaca. L’articolo 29 del Working Party, che nasce dalla sentenza della CGUE (abbreviazione di Corte di Giustizia Unione Europea), per la protezione dei dati personali, introduce il concetto di “diritto all’oblio”, ovvero il diritto a richiedere la rimozione dei dati personali dai motori di ricerca, come Google. Il documento “articolo 29 – Working Party” nasce proprio come linea guida per informare, sia sulla posizione di Google come motore di ricerca che accoglie le richieste di rimozione, sia verso la persona interessata, sia anche in generale verso il pubblico.

All’interno delle linee guida WP29 vi è scritto che: “alla luce della potenziale gravità degli effetti di questo trattamento sui diritti fondamentali  alla vita privata e alla protezione dei dati, i diritti della persona interessata prevalgono, come regola generale, sull’interesse economico del motore di ricerca e su quello degli utenti Internet di avere accesso alle informazioni personali attraverso il motore di ricerca”. Tuttavia, la Corte Europea – come già sottolineato dall’Avvocato Domenico Bianculli di Roma – non può non tenere in considerazione, dall’altra parte, il diritto del pubblico ad accedere alle informazioni inerenti a vicende di cronaca, soprattutto se l’interessato ha un ruolo nella vita pubblica.

In questo senso, si evince come, sebbene la persona abbia diritto alla protezione dei dati sul web, nel rispetto della propria privacy, tuttavia se questi dati rappresentano un interesse per il pubblico a venirne a conoscenza, devono rimanere online per un determinato periodo. Ciò significa che il diritto alla privacy dei propri dati sul web non ha ragion d’essere se si tratta di notizie di cronaca per reati, in particolar modo se la persona oggetto della vicenda rappresenta una figura pubblica. Infatti, se la persona rappresenta una carica pubblica, il diritto all’oblio verrà meno. L’articolo 29 del Working Party rappresenta però una guida su quella che è la rimozione dei dati personali dal web; infatti deve essere considerato come “uno strumento di lavoro flessibile che mira a aiutare i DPI durante i processi decisionali. I criteri saranno applicati in conformità alle legislazioni nazionali pertinenti. Nessun singolo criterio è di per sé determinante. L’elenco dei criteri non è esaustivo e si evolverà nel tempo, basandosi sull’esperienza dei DPA”. Pertanto bisogna valutare caso per caso ogni richiesta di rimozione della persona, poiché vi sono numerosi fattori da tenere in considerazione, come ad esempio il tipo di reato commesso, il ruolo che ha la persona nella società, etc.. Ecco perché risulta utile l’assistenza di un avvocato esperto in materia di diritti sul web che, con l’ausilio di un team informatico, potrà reperire tutta la documentazione necessaria, affinché si possa dimostrare l’esattezza della richiesta.